Una storia di impresa al servizio della società Due eroi “normali”e la C-Voice Mask di Siropack

3/07/2020

Rocco De Lucia e Barbara Burioli

“Si può fare: non mettere il denaro al primo posto, cambiare il concetto di utile e concentrarlo sull’uomo. Noi imprenditori siamo strumento della crescita sociale. Il contesto di emergenza che tutto il mondo sta vivendo esorta ognuno di noi a mettere in campo le nostre competenze e unire le forze per il bene comune. Noi non ci abbiamo mai pensato neanche un secondo”.

 

Sono parole di Rocco De Lucia, titolare insieme alla moglie Barbara Burioli della Siropack di Bagnarola di Cesenatico, azienda che opera su scala internazionale nell’ambito del packaging e dell’innovazione tecnologica progettando e realizzando macchinari “su misura”. I coniugi erano già noti all’opinione pubblica per essersi battuti per il loro dipendente Steven Babbi, malato oncologico e scomparso lo scorso 15 febbraio. Nel 2017 l’Inps, passati i 180 giorni di malattia, sospese la sua indennità come prevede la legge. Furono proprio Rocco e Barbara ad aiutarlo. Per il loro prodigarsi, furono nominati dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

 

Ma il merito non si esaurisce con una nomina presidenziale. Nei giorni peggiori dell’emergenza da coronavirus, Rocco e Barbara hanno nuovamente deciso di mettersi al servizio del bene comune. “Siamo artigiani”, spiega Rocco, “e sappiamo riconoscere il valore delle persone che indossano un camice: quello indossato dal personale medico che nel periodo peggiore della pandemia pagava il suo impegno con la vita. Già a fine gennaio avevo iniziato a pensare a come arginare questa ondata che stava certamente per arrivare, perché in Cina ci sono stato 30 anni fa e riconosco la loro grammatica non verbale, che ho decifrato quando sostenevano che i focolai potevano essere contenuti. Molto probabilmente, era vero il contrario. Così ho cominciato a ragionare sull’idea di realizzare un dispositivo di protezione. Un giorno ho avuto un’intuizione”.

 

Collaborando con il Laboratorio di ricerca Tailor (Technology and Automation for Industry Laboratory) e con il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna, l’intuizione di Rocco De Lucia è diventata la “C-Voice Mask”, un dispositivo ideato per agevolare la comunicazione tra personale sanitario medico e paramedico e paziente affetto da Covid-19. Il dispositivo è applicabile alle maschere full face per snorkeling e non è protetto da brevetto: Siropack ha deciso di rilasciare disegni, logiche e ogni altro diritto di proprietà intellettuale a titolo gratuito, a condizione che non vengano utilizzati per fini commerciali. In brevissimo tempo, la C-Voice Mask si è diffusa in tutto il mondo, contribuendo a salvare vite umane e ripristinando il contatto e il calore umano con i pazienti nelle situazioni di emergenza.

 

Qual è il messaggio di questa storia? “Il messaggio è la speranza”, spiega Rocco. “La speranza è credere nelle aziende che credono nel welfare. Ho un’impresa da 19 anni, con 470mila ore di lavoro: il mio libro degli infortuni è intonso. Ma lo stesso ho dovuto combattere: Siriopack si è attivata immediatamente per salvare vite, ma siamo stati bloccati dalla burocrazia, che non ha certificato la maschera. Come rifiutare un salvagente in alto mare, perché manca un timbro”. Ma Rocco e Barbara non si sono fatti scoraggiare. “Per noi il rapporto umano viene sempre  e comunque al primo posto”. Ma soprattutto per un motivo più prezioso: perché Rocco De Lucia e Barbara Burioli sono due persone speciali, e la loro storia è l’esempio di un’Italia positiva, di cui sentirsi orgogliosi.

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