Job hopping : la tendenza a cambiare spesso lavoro
03/11/2023
Il job hopping è un anglicismo che si compone di due termini: lavoro (job) e saltando (hopping) e quando pensiamo al job hopping, dobbiamo pensare a un professionista che salta da un lavoro o da un’azienda all’altra, per periodi di tempo relativamente brevi che è una tendenza comune tra i millenial cioè i nati all’inizio degli anni ’80 e a metà degli anni ’90 che oggi costituiscono quasi l’intera forza lavoro e produttiva, non solo in Italia ma anche nel resto mondo.
I nuovi talenti non si accontentano dell’idea di passare il resto della loro vita lavorativa in un unico posto. I job hopper sono persone di età compresa tra 25 e 35 anni, che tendono a cambiare lavoro ogni due anni. In alcuni casi, il tempo si riduce a uno solo.
Se cambiare lavoro fa bene perché il contesto nel quale siamo inseriti non fa per noi, d’altro canto farlo troppe volte in un breve lasso di tempo, non è così vantaggioso. Il job hopping comporta alcuni rischi, sia dal punto di vista personale che occupazionale:
- rispetto a un altro potenziale candidato, un “job hopper” potrebbe riscontrare maggiori difficoltà durante l’assunzione, in quanto almeno a prima vista dimostra di essere, in termini lavorativi, meno stabile;
- arrivare per ultimi vuol dire poter essere i primi ad andarsene in caso di riduzione del personale;
- cambiare frequentemente lavoro può significare i essere considerati meno affidabili di quello che in realtà si è.
L’aspetto positivo del job hopping è sicuramente legato al fatto che cambiare lavoro consente di ampliare le proprie competenze, nonché la sfera di contatti.
Al contrario, per un’azienda, uno job hopper può essere un problema in quanto influisce direttamente sul ROI nei processi di accoglienza dei dipendenti.
Per evitare che le nuove risorse “scappino”, ci sono alcuni suggerimenti da tenere in considerazione:
- trattare con meno diffidenza i giovani che saltano da un lavoro all’altro. Questo consente di identificare i veri talenti e di operare per la job retention;
- individuare gli aspetti motivazionali della persona;
- gestire attentamente i colloqui con i collaboratori;
- garantire il benessere è la chiave per contribuire alla permanenza in azienda;
- investire in piani di carriera che aiutino a immaginare un futuro all’interno dell’azienda a medio e lungo termine.
Il job hopping esiste ormai da diversi anni e tutto indica che la tendenza a rimanere in un posto di lavoro per brevi periodi di tempo non farà che aumentare. È compito delle aziende sviluppare strategie per attrarre, preservare e sostenere gli interessi e i valori personali dei lavoratori per fidelizzarli e farli crescere.
In primo piano
L’Europa spende 136 miliardi di euro a causa del burnout
11/10/2024 Per burnout si intende l’insieme
Ferie, la start up Joinrs toglie il tetto ai giorni
27/09/2024 Una volta raggiunti gli obiettivi
Lavazza: rimodulazione dell’orario di lavoro e premio fino a 15mila euro nel triennio
20/09/2024 Dopo la sperimentazione avvenuta nell’headquarter
L’impatto del welfare aziendale sul business secondo il Rapporto “Welfare Index PMI” di Generali
13/09/2024 Il 2023 è stato l’anno
L’allarme di Confartigianato: «Manca molto personale qualificato»
06/09/2024 Secondo il rapporto di Confartigianato,
In Portogallo ha funzionato il test per la settimana lavorativa di 4 giorni
30/08/2024 Risultato positivo per l'esperimento di
Il lavoro asincrono è sempre più diffuso
23/08/2024 Dopo l’abbandono dell’ufficio scatenato dalla
Best Workplaces for GenZ: le 20 migliori aziende per cui lavorare stilata da Great Place to Work
16/08/2024 Great Place to Work Italia ha
In banca al via le 37 ore settimanali: UniCredit e Intesa partono con il venerdì corto
09/08/2024 In base al nuovo contratto
WelFare Insieme S.r.l.
Impresa Sociale
Viale Vittorio Veneto n. 16/a, 20124 – Milano | tel. +39 02 49710883 | P.IVA 10464170967