Imprenditoria femminile: in Italia pesa la carenza di politiche pubbliche di welfare

16/06/2023

Le aziende femminili in Italia sono 1,34 milioni (V Rapporto sull’imprenditoria femminile di Unioncamere) e rappresentano il 22% del totale. Il Terziario è il settore scelto da 7 donne su 10.

Le sfide più sentite dalle imprenditrici italiane quando diventano madri sono favorire la conciliazione tra lavoro e vita privata e sostenere la genitorialità, come afferma un’indagine condotta da Terziario Donna Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne che ha coinvolto 830 aziende, a conduzione sia maschile sia femminile.

Il dibattito sul lavoro si intreccia anche con il tema delle denatalità: migliorare le condizioni lavorative femminili aiuterebbe anche a contrastare il calo delle nascite. Ma la scarsità di politiche che conciliano genitorialità e lavoro riduce la presenza delle donne con figli in ambito professionale.

Secondo i dati di Donne Impresa di Confartigianato il tasso di occupazione delle donne senza figli supera del 17,4% quello delle donne con figli: l’Italia è al penultimo posto in Europa per tasso di occupazione delle donne nella fascia di età 25-49 in coppia con figli a carico.

Daniela Biolatto, presidente di Donne Impresa Confartigianato, alla convention 2023, intitolata “Femminile, impresa di valore”, ha sottolineato: «Le imprenditrici e in generale le donne italiane devono fare i conti con la carenza di politiche a favore dell’occupazione femminile e con un welfare che non aiuta a conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Il futuro del nostro Paese dipende anche da quanto e come investiremo, con misure strutturali e stabili».

Pur essendo l’Italia la terza economia nella UE per peso sul PIL della spesa in welfare, crolla al 24° posto per spesa a sostegno di famiglie e giovani, stima Confartigianato nel suo report. A fronte di 17,07 euro destinati a sanità e pensioni per gli anziani, soltanto un euro va alle famiglie e ai giovani. Nonostante questi ostacoli, le donne italiane sono le più intraprendenti d’Europa e il Paese conta 1,47 milioni di imprenditrici e lavoratrici autonome, il numero maggiore tra i Paesi dell’Unione Europea.

Se si colmasse la distanza con l’Europa sul fronte dell’occupazione femminile ne beneficerebbe anche il tessuto imprenditoriale: dimezzando il gap, ci sarebbero 1,32 milioni di lavoratrici in più (+14% rispetto alle attuali 9,47 milioni). Qualora la maggiore occupazione tenesse conto del rapporto tra occupate indipendenti e imprese gestite da donne, ci sarebbe un allargamento del perimetro delle imprese femminili di 183mila unità.

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