Fringe benefit 2024
03/05/2024
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I fringe benefit rientrano nella macro-categoria dei compensi in natura, cioè quella parte di retribuzione che si aggiunge al netto in busta paga e che si concretizza nell’erogazione di beni e servizi (che compaiono sempre nel cedolino). Dunque sono “benefici accessori” che si affiancano alla retribuzione principale del lavoratore dipendente, che può consistere sia in una somma di denaro che compare nel cedolino insieme allo stipendio, sia in beni e servizi. I fringe benefit offrono vantaggi sia al dipendente che all’azienda che li eroga: da un lato, infatti, non concorrono a formare il reddito del lavoratore, quindi gli importi in busta paga (entro il tetto massimo stabilito) non vengono tassati e, dall’altro, possono essere portati interamente in deduzione dal datore di lavoro.
La legge di bilancio 2024 ha modificato le soglie dei fringe benefit esentasse : per i lavoratori dipendenti sale da 258,23 euro per ciascun periodo di imposta a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri lavoratori dipendenti.
I fringe benefit non sono obbligatori e non spettano di diritto ai lavoratori dipendenti: l’azienda sceglie liberamente se concederli, quali erogare e se elargirli a tutti i dipendenti o solo ad alcuni.
Dalle auto alla mensa, dai buoni pasto al bonus carburante, dal cellulare aziendale agli immobili in locazione, è ampia la rosa di beni e servizi che rientrano nei fringe benefit 2024 erogati in busta paga. Sono inclusi nei fringe benefit 2024 per i dipendenti anche le utenze domestiche: bollette di luce, acqua e gas degli immobili posseduti dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari, al di là se abbiano la residenza o il domicilio nell’immobile.
Rientrano nei benefit anche le bollette per uso domestico intestate al condominio, come ad esempio la bolletta idrica centralizzata, che seppur intestate al proprietario dell’immobile vengono pagate dall’affittuario.
Nel 2024 i dipendenti che ricevono i fringe benefit possono utilizzare il credito per richiedere il rimborso degli interessi passivi sul mutuo per la prima casa e delle spese d’affitto per la prima casa. È la prima volta che queste spese rientrano nei fringe benefit.
Tra i fringe benefit che le aziende possono prevedere troviamo anche gli immobili assegnati ai dipendenti in locazione, uso o comodato. Questi costituiscono retribuzione in natura e dunque sono imponibili per la differenza tra la rendita catastale aumentata di tutte le spese riguardanti il fabbricato purché non sostenute dal dipendente e quanto il dipendente stesso ha dovuto corrispondere per il godimento del fabbricato. Anche i prestiti personali agevolati concessi ai dipendenti possono rientrare tra i fringe benefit. In questo caso, si assume come retribuzione (imponibile) la differenza tra l’importo degli interessi calcolati al tasso ufficiale di riferimento vigente alla fine dell’anno e l’ammontare degli interessi applicati al dipendente.
Altro benefit di notevole rilevanza sono le borse di studio. Per legge sono escluse da tassazione le somme erogate dal datore ai familiari del dipendente, come il rimborso delle spese sostenute per le rette scolastiche o le tasse universitarie.
I datori di lavoro privati possono inoltre erogare ai dipendenti somme o titoli di valore non superiore a 200 euro per il rifornimento di benzina, non imponibili fiscalmente e deducibili per l’impresa. Il bonus carburante è cumulabile con i nuovi fringe benefit fino a 1.000 euro e 2.000 euro previsti dalla Legge di bilancio 2024. I benefit possono essere erogati ai dipendenti anche tramite voucher. In questi casi, il riconoscimento di beni o la fornitura di servizi ad opera del datore avviene attraverso il rilascio di documenti di legittimazione (cartacei o elettronici), contenenti un valore nominale. I voucher possono essere utilizzati anche per prestazioni ripetute nel tempo (ad esempio ingressi in palestra).
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