Riccardo Mantovani - Welfare Aziendale, "il vero taglio al cuneo fiscale"

06/04/2021

Intervista a Riccardo Mantovani, Coordinatore dei Servizi di Welfare di Ferrara

Prosegue il viaggio di WelFare Insieme volto a conoscere i professionisti che ogni giorno rispondono alle esigenze di imprenditori, dipendenti, famiglie. Esperti che conoscono leggi, diritti e opportunità, capaci di soddisfare le richieste di famiglie e aziende, nella consapevolezza che un piano di Welfare Aziendale può fare la differenza, con vantaggi economici e fiscali per tutta la comunità.

Abbiamo chiesto a Riccardo Mantovani, Coordinatore dei Servizi di Welfare di Ferrara, una riflessione sull’evoluzione della cultura del welfare e sui servizi offerti in maniera peculiare dall’associazione che rappresenta sul territorio.

Il valore assoluto e i vantaggi del welfare come strumento volto al sostegno e al benessere di imprese, famiglie comunità?

E’ abbastanza facile per noi addetti ai lavori individuare la palese efficacia del percorso di valorizzazione dell’attività dei propri collaboratori attraverso la distribuzione di parte del valore aggiunto che hanno contribuito loro stessi a creare. La cosa più complessa è misurarla e rendere leggibile il risultato di tale verifica.
Nel momento in cui viene data l’opportunità da parte del legislatore e del Governo di riconoscere la possibilità di distribuire ricchezza fuori dagli schemi fissi dei minimi salariali condivisi attraverso le contrattazioni collettive, si innescano meccanismi che liberano risorse a favore di collaboratori dipendenti, e conseguentemente le loro famiglie, oltre ogni immaginazione.
Il welfare aziendale è l’unico strumento vero di taglio del cuneo fiscale. I benefici sono immediati ed evidenti: l’innalzamento del benessere diffuso, che sta alla base del capitalismo illuminato, diventa moltiplicatore di crescita della ricchezza.

Quali le sfide del welfare, oggi, di fronte ai cambiamenti portati dal covid, specie per le piccole e medie imprese?

Auspichiamo che possano essere incentivate le regole del Welfare sia aziendale che di comunità.
Utilizzare i vantaggi economici che il welfare aziendale mette in campo può essere uno strumento di efficacia inesplorata: sconti sulla contribuzione costano alla bilancia dello stato in quanto rappresentano mancati introiti a fronte di impegni, per esempio previdenziali ineludibili; esenzioni su quote eccedenti i minimi salariali non costano e il minor vantaggio in servizi pubblici per il percettore è trascurabile

Welfare e futuro, verso il Welfare di Comunità: quali nuove prospettive, normative e opportunità?

Il Welfare di comunità può rappresentare una vera opportunità. Una delle nostre mission deve essere quella di impegnarci a costruire ed evolvere la cultura del Welfare di comunità: una chiave di volta, oggi a terra, in attesa di essere inserita nel primo arco, da attraversare per affacciarsi ad una nuova era.
In questo ultimo anno abbiamo sentito parlare troppo spesso di “bonus”. Abbiamo sentito parlare non di rado a sproposito di “assistenza”. Dobbiamo passare alla realizzazione attraverso investimenti sostenibili. “Investimenti”, non “spese”: investire per raccogliere in futuro. Spendere, indebitandosi con scarsa possibilità di restituzione, oltre ad essere inopportuno, mina il futuro.
Tutto ciò che oggi è gestito, purtroppo spesso male, con cosiddetti “vantaggi fiscali” o non viene fatto o una volta provato mai ripetuto, per complessità, scarso vantaggio, o atteggiamento vessatorio dei controlli.
Consentire la nascita e lo sviluppo di progetti di welfare di comunità passa da un cambio di atteggiamento del legislatore. Come per il welfare aziendale, anche su questo versante è nostro dovere fare attività di sano lobbismo

Il salto di qualità: come diffondere su larga scala la cultura del Welfare Aziendale?

Semplificando le regole imposte: sono troppo rigide! Noi ci stiamo impegnando per far passare il concetto di “ricchezza distribuita” attraverso crediti anziché denaro. Il legislatore, e l’agenzia delle entrate, devono fare la loro parte. Poi c’è l’ultimo fronte, ma centrale: le organizzazioni sindacali vanno in ordine sparso su questo tema, e quando sono chiamate a fare sintesi delle loro posizioni si adeguano a quella più rigida. Troppo facile! Nella contrattazione collettiva si può fare molto di più. Bisogna avere coraggio!

La sua esperienza personale: occuparsi di welfare nel suo territorio. Progetti realizzati, servizi offerti, aneddoti, sogni nel cassetto?

Ferrara è una piccola provincia inserita nel ricco nordest. A volte ci chiediamo perché non siamo ricchi quanto i nostri confinanti. Ma manteniamo una nostra dignità.
Questa breve premessa per inquadrare la nostra attività (difficile), tradizionale (consulenza paghe e non solo), e innovativa (welfare aziendale).
Abbiamo partecipato da subito al progetto Welfare Insieme: ci crediamo.
Timidamente nel 2019 abbiamo realizzato i primi regolamenti aziendali e un accordo di secondo livello aziendale in una piccola industria.
Nel 2020, dopo aver preventivato una disfatta, abbiamo concluso l’anno con il sorriso: ci eravamo sbagliati! Chi ha lavorato ha distribuito e si è ricordato cosa avevamo raccontato l’anno prima. Hanno ricordato l’opportunità che vogliamo diffondere. La soddisfazione è stata enorme. La prova tangibile della “semina” l’abbiamo ricevuta attraverso incontri pubblici e dedicati a singole aziende.
Un rilevamento statistico:

  • più difficile convincere gli imprenditori che i dipendenti;
  • fra gli imprenditori si sono convinti prima gli ultrasessantenni;
  • tra i dipendenti si sono convinti prima gli under 40;
  • il target ideale con le regole attuali è un’impresa strutturata con almeno 5 dipendenti.

Dobbiamo rimanere su questa strada e fare di tutto ad ogni costo (come diceva in BCE l’attuale Presidente del Consiglio) per fare in modo che Welfare aziendale e di Comunità diventino patrimonio diffuso e comune.
Confartigianato ha il merito di aver creduto da subito al fatto che il futuro passa anche da questi strumenti, e che saranno centrali nella vita del paese per il benessere della nostra società.

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