XXV Rapporto AlmaLaurea: per i laureati più lavoro, ma retribuzioni in calo

21/07/2023

Il XXV Rapporto di AlmaLaurea – presentato all’Università di Palermo – mostra come, a fronte di un miglioramento della condizione occupazionale, sia a uno che a cinque anni dalla laurea, le retribuzioni risultano invece in diminuzione in termini reali.

Le esperienze all’estero continuano a risentire dell’effetto?Covid e dell’emergenza alloggi;  il Report mostra un miglioramento complessivo delle carriere universitarie, ma purtroppo resiste il gender gap che; infine, la mobilità studentesca continua a muoversi lungo l’asse Sud-Nord.

Il Rapporto 2023 sulla condizione occupazionale dei laureati di 78 atenei prende in esame 670mila persone in possesso di un titolo d’istruzione superiore e analizza i risultati raggiunti sul mercato del lavoro dopo uno, tre e cinque anni. Nel 2022 risulta migliorata ancora la capacità di assorbimento del mercato del lavoro, rispetto non solo al 2021, ma anche a quanto osservato negli anni pre-pandemia. Così si registrano i più alti livelli occupazionali dell’ultimo decennio, tra i laureati sia di primo sia di secondo livello (ma non a cinque anni).  L’analisi di genere mostra che – a parità di ogni altra condizione – ad un anno dalla laurea, gli uomini hanno l’11,7% in più di probabilità di essere occupati rispetto alle donne.

Anche in termini geografici c’è disparità: i laureati del Nord hanno il 32,1% di possibilità di essere assunti in più rispetto ai residenti nel Mezzogiorno, mentre chi si sposta per motivi di studio ha il 6% in più rispetto a chi resta nella provincia di residenza.

Dal Rapporto 2023 sulla condizione occupazionale emerge un altro elemento di cui tenere conto. E cioè che a fronte di un aumento del valore nominale degli stipendi le stesse risultano in realtà in calo in termini reali se si tiene conto del potere d’acquisto mutato dagli elevati livelli di inflazione.
Nel 2022, a un anno dal titolo, la retribuzione mensile netta è, in media, pari a 1.332 euro per i laureati di primo livello e a 1.366 euro per quelli di secondo livello. In termini reali tali valori sono in calo nell’ultimo anno del 4,1% per i primi e del 5,1% per i secondi. A cinque anni dal titolo la retribuzione mensile netta è pari a 1.635 euro per i laureati triennali e a 1.697 euro per magistrali e a ciclo unico, con una diminuzione delle retribuzioni reali rispetto al 2021 del 2,4% e del 3,3 per centro.

Anche in questo caso, le differenze di genere e territoriali contano: ad un anno dalla laurea, gli uomini percepiscono in media 70 euro in più al mese; chi lavora al Nord percepisce in media 101 euro al mese in più rispetto a chi lavora al sud.

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