Crescita sostenibile e inclusiva: Welfare come leva per il futuro

12/10/2021

Al “FUSA Expo” di Brescia Confartigianato protagonista con le relazioni di Antonella Pinzauti e Marco Musacchio di WelFare Insieme.

Molto più di una Fiera: un luogo fisico ma anche concettuale dove riflettere sulle sfide del cambiamento post Pandemia, del PNRR e di una crescita che vada verso la sostenibilità e l’inclusività.

Nella tre giorni di “FUSA Expo” Confartigianato e WelFare Insieme hanno colto l’occasione per tenere un seminario su come il welfare possa incidere positivamente sul futuro di imprese, lavoratori e comunità.

“Il welfare ormai non è più solo quello aziendale – ha spiegato nel suo intervento la Dott.sa Antonella Pinzauti, Direttore Generale di WelFare Insieme – è un’opportunità ma anche una necessità per l’intera collettività.

La pandemia ha fatto emergere tutte le fragilità del sistema ed il welfare, con la sua potenzialità d’aree di intervento, è in grado di rivolgersi alla comunità, alle imprese, e alle famiglie, rispondendo alle loro esigenze.

WelFare Insieme si sta muovendo con attenzione verso due livelli che sono l’integrazione e lo sviluppo sostenibile.

Integrazione intesa come capacità di leggere le esigenze inevase da parte del servizio pubblico, privato profit e non profit, dei territori; sviluppo sostenibile come accessibilità ai servizi con particolare attenzione alla personalizzazione delle risposte e alle fragilità.

Nello specifico, WelFare Insieme punta la sua attenzione sulla produzione di un valore condiviso – ha sottolineato il Direttore – cioè creare opportunità di business ad elevato impatto sociale valorizzando, al contempo, la prossimità delle soluzioni garantite grazie anche alla capillarità del sistema Confartigianato, e favorendo così l’analisi e lettura delle reali esigenze del singolo e della cittadinanza.

E’ stata proprio la pandemia, infatti, ad insegnarci- ha spiegato Pinzauti – che la responsabilità individuale e collettiva è centrale per il la soluzione dei problemi.

Un’altra grande area d’azione di WelFare Insieme è il servizio di “progettazione” che oggi sta avendo uno sviluppo ed un’accelerazione dati dalle politiche comunitarie del PNRR.

La mission di WelFare insieme, dunque, si esprime in un “modello circolare”: noi, come tanti altri corpi intermedi, abbiamo il diritto dovere di spenderci affiancando enti pubblici ed imprese affinché, possano collaborare insieme e si passi da un modello redistributivo tradizionale ad un modello innovativo, che autorevoli analisti come quelli della Fondazione Zancan denominano “Welfare generativo”, nel quale il singolo cittadino diventa generatore di vero valore condiviso.

Durante il seminario, accanto alla Dott.sa Pinzauti partecipa il Business Senior Advisor di WelFare Insieme Dott. Marco Musacchio, il cui intervento permea sulla parola chiave “cambiamento”.

Termine che ha scelto per spiegare identificare questo momento storico: “…un termine – ha spiegato alla platea il Dott. Musacchio – su cui poggia l’attività di WelFare Insieme.

Se guardiamo alla Storia, ogni grande evento ha spinto il Mondo al cambiamento: la caduta del Muro di Berlino ha messo al centro il tema degli ideali; l’attentato alle Twin Towers ha imposto un’agenda di rinnovata attenzione sulla sicurezza globale; la crisi economica del 2008 ha imposto una maggiore sostenibilità del sistema economico. Tutte situazioni che han creato smarrimento, ma anche opportunità.

Altrettanto, in questo momento storico, la crisi Pandemica ha portato ad un grande cambiamento di paradigma, però stavolta su più fronti: economico, sociale e ambientale.

La risposta a queste sfide è racchiusa nel PNRR, che rappresenterà per la nostra generazione, e quelle future un passaggio decisivo. La pandemia ha messo in luce le nostre fragilità, la nostra mancanza di flessibilità, modificando comportamenti e aspettative sia tra i lavoratori che tra le aziende. Il PNRR risponde a tutto questo con tre parole: benessere, sostenibilità e progettazione.

La risposta delle aziende ha puntato su una più forte forma di appartenenza alla comunità circostante, nella consapevolezza di ricoprire un ruolo sempre più centrale, un ruolo direi Sociale”.

Prosegue il Dott. Musaccio “ad esempio, nelle interviste divulgate nel corso di “Welfare Index” è emerso che due aziende su tre vogliono rafforzare il loro impegno verso i propri lavoratori in un concetto di filiera con la comunità, a sostegno di una crescita sostenibile.

Un esempio su questo fronte è il tema sanitario: contestualmente alla progressiva dismissione del sistema sanitario nazionale, questo aumentato interesse verso i servizi sanitari di welfare aziendale è molto importante, perché va a colmare un vuoto delle istituzioni che si sta creando”.

Più nello specifico, sono per Musacchio cinque i fattori determinanti per l’importanza del welfare aziendale, che si prefigura come:

1) accessibile a tutti: aziende anche di dimensioni piccole e piccolissime possono mettere in campo il welfare per i propri lavoratori Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, in rapporto al numero di dipendenti, dedicano un valore di welfare mediamente più alto rispetto a quelle più grandi. Questa “anomalia” è facilmente intuibile perché i temi della vicinanza, dell’affinità, dell’affettività sono molto più presenti nelle piccole realtà piuttosto che nelle grandi.

2) strategico e innovativo: il welfare aziendale è una leva di comunicazione straordinaria: crea “brand reputation” verso gli stakeholder esterni e interni, dà una chiara e maggiore rappresentatività dell’azienda. Inoltre rende l’azienda attrattiva per i migliori talenti tra le giovani menti, che sono più interessate a servizi innovativi e dalla connotazione sociale, e vanno verso le aziende che propongono questi servizi

3) vantaggioso: è un sistema win win, per motivi fiscali e contributivi, perché migliora il clima aziendale, migliora la produttività, riduce l’assenteismo, agevola il rapporto con i sindacati, fidelizza i dipendenti, riduce la tassazione, aumenta il potere d’acquisto, accresce l’orgoglio dell’appartenenza, aiuta a bilanciare meglio il rapporto vita lavoro

4) flessibile: il welfare offre beni e servizi con un’ampia gamma di opportunità, dai buoni, ai rimborsi, agli acquisti diretti

5) comunitario: rappresenta un’opportunità di business per le aziende, perché esse stesse possono diventare erogatori di servizi. Si mette così in pratica un concetto di economia circolare che diventa anche un fattore di marketing sociale: un esempio di questo circuito virtuoso è il progetto “Rigenerarti”, che distribuisce aiuti a enti del terzo settore.

Alla fine del suo intervento, il Dott. Musacchio sintetizza: “la ricetta del welfare aziendale è fatta di servizi che non aggiungono costi, anzi li tolgono a imprese e lavoratori offrendo una vasta gamma di servizi facili da fruire. Attivando un customer service completo, e mettendo i lavoratori nelle condizioni di libertà assoluta di scegliere il fornitore di un servizio, s’innescherà un processo virtuoso di economia circolare e sociale”.

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