Non Autosufficienza: le proposte di riforma per il lavoro degli assistenti familiari

21/09/2022

In Italia centinaia di migliaia di famiglie si affidano a colf e badanti per la cura degli anziani non autosufficienti, il settore degli assistenti familiari è però ancora poco trasparente. Ecco le proposte di riforma del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza.

 

L’assistenza domestica continua ad essere in Italia una parte fondamentale del welfare, ma ancora molto trascurata.

L’Osservatorio dell’Inps sul lavoro domestico ha registrato, a fine 2021, soltanto un lieve incremento di colf e badanti, rispettivamente nella misura di 13mila unità le prime e 5mila le seconde.

Abbiamo la popolazione più vecchia d’Europa, con 14 milioni di over 65, perché i numeri di chi si prende cura di questa fascia di popolazione crescono così poco?

Uno dei motivi principali sta nel fatto che è un’offerta di lavoro che fatica ad esprimersi a causa della mancanza di possibilità di accedere in modo regolare in Italia. Ormai da più di otto anni non viene emanato un decreto flussi che consenta un accesso regolare di stranieri nei comparti della nostra economia, compreso quello del lavoro domestico: le conseguenze sono proprio un mercato irregolare e poco turn over.

Il “Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza” ha avanzato diverse proposte di riforma del settore degli assistenti familiari:

– Introduzione della “Prestazione Universale per la Non Autosufficienza” che assorbe l’indennità di accompagnamento. Si tratta di un trasferimento monetario a cui si accede esclusivamente in base al bisogno di cura e il suo valore è graduato a seconda del livello di quest’ultimo.

La Prestazione Universale è fruibile, non solo come contributo economico senza vincoli di utilizzo (com’è ad oggi), ma anche, in alternativa, per ricevere servizi alla persona, opzione che prevede un importo superiore.

Con questa nuova opportunità di fruizione si può quindi accedere ad un importo potenziato per ricevere servizi professionali, anche attraverso l’assunzione regolare di un assistente familiare, favorendo così l’occupazione qualificata e facendo emergere il mercato sommerso della cura.

-Maggiori agevolazioni fiscali: si vuole – anche con questo secondo intervento – ridurre l’irregolarità attraverso un incremento del sostegno alle famiglie che assumono assistenti familiari per la cura degli anziani non autosufficienti. L’agevolazione fiscale è rivolta a chi non riceve la Prestazione Universale per la Non Autosufficienza.

-Tracciare un profilo professionale dell’assistente familiare: in Italia non esiste un profilo unico sancito a livello nazionale, l’obiettivo di questa proposta è tendere ad un sistema omogeneo quanto a capacità professionali di assistere la “non autosufficienza”.

Una riforma ambiziosa che ci si augura sia all’altezza delle esigenze degli anziani e delle loro famiglie e tocchi ogni snodo di questo ambito del welfare: la governance, le risposte fornite e le modalità di finanziamento.

Anziani e famiglie, sono infatti disorientati dallo spezzettamento delle misure pubbliche, oggi frammentate tra servizi sanitari, servizi sociali e trasferimenti monetari nazionali non coordinati tra loro, con una babele di diverse regole e procedure da seguire. Un simile contesto, evidentemente, non può che limitare in maniera strutturale la possibilità di fornire risposte appropriate alle esigenze della popolazione interessata.

I canali per trovare un’assistente familiare sono molteplici e collocati su tutto il territorio nazionale ma spesso i messaggi e le comunicazioni che arrivano alle famiglie sono confusi e discordanti, specchio di un settore ancora purtroppo disomogeneo e che lascia le famiglie, alla ricerca di un aiuto, sole e poco tutelate di fronte ad una moltitudine di proposte e offerte.

Da qui l’impegno di WelFare Insieme nella ricerca e modellizzazione di servizi di orientamento che possano tutelare e assistere le famiglie individuando con quest’ultime soluzioni personalizzate e soprattutto regolari,

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Un servizio di cura in grado di non sostituirsi alla famiglia ma integrarsi con essa per sostenerla e tutelarla.

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