Padova: aziende e dipendenti battono la crisi Covid grazie al Welfare

30/06/2021

Lo confermano i dati di WelFare Insieme: nel 2020 +40% di contratti stipulati

Insieme, per aiutarsi a superare la Pandemia, grazie al Welfare. È quanto realizzato nel padovano da piccole medie aziende del comparto artigiano grazie al lavoro di sensibilizzazione di WelFare Insieme, hub di Confartigianato specializzato in materia.

Aziende e dipendenti hanno messo in campo una sorta di mutua assistenza composta di sostegni nella forma di buoni acquisto da spendere sul territorio o per acquisto dei libri scolastici dei figli.

Sostegni che, a loro volta, forniscono un assist per l’azienda in quanto scontabili al 100%.

Stiamo parlando di Welfare Aziendale: insieme delle iniziative, dei beni e dei servizi che un’ impresa mette a disposizione del dipendente come sostegno al reddito per accrescere il potere di spesa, ma anche la salute e il benessere del proprio collaboratore.

Questo sistema è stato messo in campo per arginare l’instabilità economica e sociale causata dal Covid-19.

Secondo i dati forniti da WelFare Insieme, hub di Confartigianato dedicata al welfare, nel 2020 si è registrato, nella provincia di Padova, un incremento del 40% dei contratti stipulati.

Migliaia di lavoratori hanno usufruito di un credito welfare, ottenuto in base a piani aziendali che hanno consentito una spesa media per lavoratore di 650 Euro. La maggioranza delle imprese artigiane che hanno scelto il welfare appartiene al comparto manifatturiero, in prevalenza aziende metalmeccaniche.

«Gli imprenditori scelgono il welfare aziendale, consapevoli che la transizione economica passa anche attraverso modelli organizzativi diversi e sistemi di premialità innovativi spiega Tiziana Pettenuzzo – Segretario Generale di Confartigianato Imprese Padova – ora aspettiamo un segnale forte dal nuovo Governo in questa direzione.

La partita è ancora aperta, visto il valore e le potenzialità di impatto sulla mobilità e sul sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti, sempre più partecipi nel creare valore per le imprese».

Il welfare, come ha dimostrato il suo prezioso ruolo nel periodo duro del Covid, può diventare uno strumento strategico per migliorare il rapporto lavoratore-datore di lavoro, alzare il livello delle competenze, favorire la meritocrazia, responsabilizzare il personale verso la cultura del risultato. «La pandemia ha messo in risalto la necessità di mettere in campo azioni strutturali per il lavoro che cambia, nuove competenze, in particolare digitali – continua Tiziana Pettenuzzo – I piani di welfare aziendale che stiamo siglando invece vanno a soddisfare quelle aspettative che riguardano la salute, la cura della propria persona e della famiglia, la formazione dei figli, uno stile di vita sostenibile, che preveda la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».

I dati confermano che il settore artigiano è più alfabetizzato di altri verso il Welfare. «Questo mondo crede nel fattore welfare perché esso pone al centro la persona e la sua famiglia, perché permette di gestire le crisi economiche con gli strumenti della solidarietà e non con i licenziamenti, perché privilegia la partecipazione e alla politica del salario risponde con politiche di crescita legate al merito. Tutto questo va a ridurre il turn-over, motiva il personale – spiega il Segretario e costituisce un elemento attrattivo anche verso le piccole imprese che, ogni giorno, lanciano appelli per la ricerca di personale qualificato e capace di cogliere la sfida dell’innovazione.

Avere cura di sé, della propria azienda, della natura, significa anche avere rispetto delle istituzioni, fare sindacato, tutelare. Questo è il nostro compito come corpo intermedio, come organizzazioni datoriali, e anche la nostra sfida per il futuro».

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