Welfare aziendale e gender gap
25/10/2022
Il welfare aziendale è uno strumento fondamentale per aiutare a colmare il divario di genere.
Secondo il Global Gender Gap Report – l’indice più longevo che traccia i progressi verso la chiusura dei divari – del World Economic Forum, nel 2022 il divario di genere globale è stato colmato per il 68,1% e, al ritmo attuale, ci vorranno 132 anni per raggiungere la piena parità.
Si registra un leggero miglioramento rispetto alla stima del 2021 che parlava di 136 anni necessari e, sebbene nessun Paese abbia raggiunto la piena parità, i paesi ai primi dieci posti hanno colmato per l’80% i divari di genere, tra questi Finlandia Norvegia e Svezia sono tra i primi 5, ancora Europa in cima con Irlanda e Germania, al nono e decimo posto.
Non va così bene per l’Italia che occupa la 63° posizione su 146 Paesi.
Anche l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’Onu, all’obiettivo numero 5 prevede il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e ragazze.
Il nostro PNNR riprende gli obiettivi dell’Agenda 2030 considerando la parità di genere un principio trasversale di tutti i programmi.
Anche nella scorsa campagna elettorale abbiamo sentito i vari leader parlare di parità di genere soprattutto nel mondo del lavoro: le donne infatti – in media con un livello salariale inferiore e dovendosi fare carico più degli uomini dei compiti di cura familiare – sono coloro che più spesso lasciano l’impiego.
E proprio per quanto riguarda il mondo del lavoro le aziende hanno un fondamentale strumento a disposizione per colmare il divario di genere: il welfare aziendale.
Grazie al welfare aziendale le donne beneficiano di un aumento del proprio potere di spesa, attraverso i sistemi premiali espressi in beni e servizi e totalmente detassati, la cui quota è stata alzata per il 2022, come abbiamo spiegato qui.
Esistono misure di welfare aziendale che possono prevedere servizi di baby sitting per i figli piccoli, sostegno per le spese scolastiche o assistenza a familiari anziani o non autosufficienti.
C’è inoltre la misura dello smart working, di cui abbiamo parlato qui, che consente un maggiore work-life balance, fondamentale per tutte le donne che hanno anche compiti di cura.
Inoltre, con il recente avviso pubblico #RiParto, di cui abbiamo parlato qui, sono stati stanziati ingenti fondi destinati a progetti di welfare che agevolino anche il rientro al lavoro delle donne dopo il parto.
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