Nel 2024 le imprese hanno come priorità stipendi più equi e intelligenza artificiale

16/02/2024

Sono i dati di “People at Work” dell’ADP Research Institute, condotto su 32.000 lavoratori in 17 paesi.

Evidenziano che l’inclusione continua a giocare un ruolo di primo piano nella percezione delle aziende da parte dei lavoratori, anche perché valori come la diversità, l’equità e l’inclusione (DEI) influiscono sulla decisione di rimanere o meno all’interno di un’azienda. Secondo la ricerca,  nel 2023 oltre la metà (53%) dei dipendenti delle grandi aziende ha assistito a un miglioramento del divario retributivo di genere negli ultimi tre anni, rispetto a circa quattro su dieci di quelle più piccole. I miglioramenti maggiori sono avvenuti nelle aziende con 500-1000 dipendenti.

In Italia il 24% dei lavoratori pensa che negli ultimi 3 anni la gender pay equality sia migliorata (28% uomini e 19% delle donne) . Il 35% afferma di non aver mai partecipato all’interno dell’azienda a iniziative per favorire le politiche DEI, il 33% ha partecipato a staff training, il 18% a eventi di sensibilizzazione, il 12,4% afferma che la propria azienda ha attuato una revisione dei dati demografici aziendali per identificare aree di miglioramento.

Per migliorare l’equità retributiva, bisogna incentivare la trasparenza salariale: il Parlamento europeo con l’approvazione della direttiva sulla trasparenza salariale ha posto fine al cosiddetto “segreto retributivo”, per dotare i lavoratori e le lavoratrici dei mezzi necessari per far valere il loro diritto alla parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso una serie di misure vincolanti.

In Italia, con la legge 162/2021 è stata introdotta la certificazione di genere. Secondo i dati ADP, In Italia, 48% delle donne ritiene di essere sottopagato e solo Italia il 44% dei dipendenti ha ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 5,5% _ maggiore per gli uomini ( del 5,8 che per le donne (5,2% ). Hanno ottenuto un aumento il 50% degli uomini e il 36% delle donne.

L’intelligenza artificiale generativa è per le aziende uno dei grandi temi del lavoro nel 2024, soprattutto quanto a etica e conformità : fondamentali la privacy e la sicurezza dei dati, i diritti dei dipendenti sull’utilizzo dei loro dati per addestrare modelli di intelligenza artificiale generativa, la fiducia. Secondo ADP il 13% dei lavoratori italiani crede che l’uso dell’intelligenza artificiale diventerà la norma nel proprio settore nei prossimi cinque anni, riducendo così le attività manuali. Sono più gli uomini che temono l’IA (15%) mentre la percentuale è dell’11% per le donne. La fascia che si sente più minacciata è quella che va dai 18 ai 24 anni (21,5%) mentre scende al 10% per gli over 45.Per quanto riguarda invece i settori, i più insicuri sono gli operatori del mondo finanziario (19%), dei servizi professionali (18%), del manifatturiero (17%) e del settore IT e telecomunicazioni (17%). Seguono gli operatori del real estate (15%) e del comparto media e informazione (15%).

La flessibilità di tempo e di luogo, soprattutto per le nuove generazioni rimane una priorità. Il 39% della Generazione Z (1995-2010) è insoddisfatto della flessibilità oraria offerta dal proprio datore di lavoro attuale e il 37% della flessibilità del luogo di lavoro. Mentre il 44% dei baby boomer è soddisfatto della flessibilità di orari e luogo offerti che si rivela anche fondamentale per attrarre i nuovi talenti.

Infine, il tema delle competenze : secondo  le stime ADP ci sono 6,36 milioni di lavoratori disoccupati nel mercato del lavoro, ma le aziende hanno difficoltà a ricoprire i ruoli. Le competenze manageriali e le competenze umane sono le più necessarie per il futuro del lavoro. Il 22% degli italiani intervistati da ADP si aspetta nei prossimi 12 mesi maggiori training e corsi di formazione, il 62% pensa di avere le competenze necessarie per almeno i prossimi tre anni. Per il 60% le competenze del futuro comprenderanno skills tecnologiche non ancora considerate indispensabili per il lavoro odierno, mentre il 44% sente che il proprio datore di lavoro sta investendo nelle competenze di cui i lavoratori hanno bisogno per avanzare nel proprio percorso di carriera.Nei prossimi 5 anni le skills più importanti saranno l’empatia 25%, l’abilità manageriale per il 23%, e le lingue straniere per il 21%.

Aspettative e ambizioni dei lavoratori devono però fare i conti con le esigenze dei datori di lavoro; spesso la forbice tra domanda e offerta sembra allargarsi soprattutto in termini di competenze di base ed esperienza specifica nel campo e si fatica a trovare un punto di incontro soprattutto su temi legati alla disponibilità a lavorare oltre gli orari stabiliti e alla possibilità di gestire livelli crescenti di stress.

In primo piano

WelFare Insieme S.r.l.
Impresa Sociale

Viale Vittorio Veneto n. 16/a, 20124 – Milano | tel. +39 02 49710883 | P.IVA 10464170967

Logo footer di Confartigianato: Persone - WelFare Insieme
2024-01-17T11:23:45+01:00
Torna in cima