Confartigianato accanto alle persone e alle imprese

4/04/2022

Elisa Dall’Ara, responsabile coordinamento servizi di welfare di Confartigianato Cesena spiega l’importanza di piani di welfare anche per le piccole imprese e il successo che l’iniziativa ha riscontrato sul territorio.

 

Prosegue il viaggio di WelFare Insieme volto a conoscere i professionisti che ogni giorno rispondono alle esigenze della comunità e delle imprese. Esperti che conoscono leggi, diritti ed opportunità, capaci di soddisfare le richieste delle persone e dei lavoratori, nella consapevolezza che il welfare sta diventando, sempre più, un vero e proprio motore di crescita sociale e sviluppo economico.

Abbiamo chiesto a Elisa Dall’Ara, Responsabile dei Servizi di WelFare di Confartigianato Imprese Cesena, una riflessione sull’evoluzione della cultura del Welfare e sui servizi offerti in maniera peculiare dall’associazione che rappresentano sul territorio.

Qual è, secondo Lei, il valore assoluto del Welfare come strumento volto al sostegno e al benessere di imprese, famiglie e comunità?

Ritengo che la chiave vincente del welfare sia la realizzazione di piani e politiche cucite sulle reali esigenze di lavoratori e imprese. Realizzare un programma di azioni costituisce per l’impresa un vero e proprio investimento strategico che richiede una pianificazione ed una implementazione in relazione allo specifico profilo aziendale e agli obiettivi che l’organizzazione si pone. L’eventuale mancanza di rilevazione dei fabbisogni specifici di ogni realtà non gioverebbe né all’impresa, rischiando un effetto “boomerang” sull’organizzazione, né al lavoratore che troverebbe a sua disposizione un paniere di benefit non rispondenti ai suoi bisogni.

L’attuazione di politiche di welfare efficaci offre alle imprese un miglioramento della qualità del lavoro prestato, un aumento dei livelli di produttività dell’azienda, l’incremento del potere di acquisto dei dipendenti in termini di risparmio e di vantaggio economico-fiscale e una maggior fidelizzazione dei dipendenti.

Dall’altro lato il lavoratore riuscendo a valorizzare il proprio tempo di non lavoro risente in misura minore dell’interferenza dell’occupazione sulla famiglia così da aumentare il proprio benessere psico-fisico, con ricadute positive sia verso il proprio nucleo familiare che verso l’impresa con maggior soddisfazione e maggior motivazione a produrre.

Quali sono, a Suo avviso, le sfide del Welfare di fronte ai cambiamenti portati dal Covid, specie per le piccole e medie imprese?

L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ha inciso pesantemente sull’economia italiana, soprattutto sul segmento industriale prevalente nel nostro tessuto imprenditoriale, le piccole e medie imprese. Molte aziende hanno dovuto affrontare cambiamenti significativi nell’organizzazione e nel business, modificando l’ordine delle priorità aziendali, sconvolgendo il modo di lavorare fino addirittura a trasformare i valori di riferimento di manager e lavoratori. Se da una parte la crisi ha cambiato la cultura di gestione dell’azienda, facendo diventare salute e sicurezza gli elementi prioritari per poter ripartire, dall’altra ha rafforzato nelle imprese la consapevolezza del proprio ruolo sociale. In questa situazione caotica il welfare aziendale ha funzionato come presidio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, offrendo sostegno alle istituzioni e alle comunità locali.

Questa esperienza che stiamo vivendo ci fornisce gli strumenti per fare una nuova riflessione sulle ipotetiche conseguenze che tale evento apporterà nella gestione delle imprese e nel welfare.

Probabilmente cambierà la natura stessa del welfare che, da essere mero strumento di supporto economico, diventerà mezzo in grado di garantire perlopiù sicurezza, salute e assistenza. Messo in sicurezza il luogo di lavoro e chi vi opera, sarà necessaria una revisione dei piani di welfare aziendali fino ad ora esistenti e una riflessione sul paniere dei flexible benefit finora offerti, perchè la pandemia ha fatto perdere appeal a molti dei beni e servizi in precedenza desiderati ai più. Quello che si prospetta per i prossimi anni è la crescita dei servizi “people care”, l’attenzione al benessere organizzativo e psico-fisico dei lavoratori farà davvero la differenza per costruire un nuovo patto capace di andare oltre al semplice scambio prestazione/salario.

La pandemia inoltre ha riportato l’attenzione su un tema centrale del nostro sistema, quello del tempo. Quest’anno si è capito che è possibile lavorare in modo diverso, con una gestione matura del tempo lavorativo, spostando l’attenzione sul lato del risultato. Sarà quindi necessario un ripensamento generale del sistema lavoro in azienda che tenga ancora più conto delle esigenze di vita dei dipendenti: flessibilità oraria, smartworking e utilizzo di nuove tecnologie, servizi a supporto della famiglia, assegnazione di permessi aggiuntivi per una proficua conciliazione fra tempi di vita e di lavoro.

Welfare e futuro: verso il welfare di Comunità. Quali nuovi progetti e opportunità si sente di anticipare?

Si avverte sempre di più l’esigenza di innovare l’attuale sistema di welfare sostenendo sperimentazioni che sappiano attivare risposte più efficaci, efficienti ed eque, rafforzando la dimensione comunitaria, coinvolgendo la società, le imprese e i cittadini in processi partecipati e rendendo così maggiormente incisiva, stabile e sostenibile l’innovazione prodotta. Il welfare può davvero diventare un motore di crescita sociale e sviluppo economico. La sfida a livello locale è creare e potenziare un nuovo welfare di comunità con l’obiettivo di fornire i servizi richiesti dalle famiglie e dai lavoratori.

Confartigianato è impegnata attivamente in progetti di rete, diffondendo nuove esperienze di welfare aziendale come strumento di benessere per i lavoratori artigiani e non solo e come strumento di competitività aziendale e del territorio.

Il salto di qualità: come diffondere su larga scala la “cultura” del Welfare? Come si è organizzata la Sua Associazione Territoriale per cogliere tutte le opportunità?

Il nostro percorso inizia nel 2017 quando ancora si pensava che piccole imprese e welfare fosse un binomio non coniugabile.

Confartigianato Cesena invece ha creduto fin da subito nella potenzialità che un “benessere” comune e inclusivo – sia delle persone che delle imprese – può avere per incrementare la coesione sociale nel territorio e per promuovere servizi a vantaggio di tutta la collettività locale.

In tempi non sospetti abbiamo quindi investito molto sulla comunicazione e sulla sensibilizzazione al tema organizzando una serie di convegni nell’ambito di un progetto denominato “Nuovo Sociale” e puntando in maniera incisiva sull’informazione attraverso i nostri canali social.

Crediamo che occuparsi di welfare per un’associazione di categoria significhi occuparsi delle “persone”, per questo nel servizio dedicato le figure devono essere esperte in tutti gli ambiti di applicazione e di intervento per essere in grado di accompagnare l’utenza all’accesso ai servizi per la persona, nonché a tutti i principali servizi sociosanitari, ludici, culturali, nonché di welfare aziendale, a disposizione nei territori.

Sul fronte del welfare aziendale c’era un forte preconcetto perché era opinione comune ritenere che non potesse addirsi alle micro e piccole imprese, invece i nostri welfare specialist, analizzando le politiche retributive aziendali e i fabbisogni dei lavoratori, sono stati in grado di costruire piani welfare su misura anche per queste piccole realtà.

Le chiavi del nostro servizio vincente sono state poi la piattaforma TreCuori e lo Sportello Welfare al nostro interno: la prima perché è uno strumento che offre piena libertà per i lavoratori nella scelta dei propri erogatori di fiducia ed il secondo per il supporto ai lavoratori per qualsiasi informazione e necessità una volta che il piano welfare è attivato.

La Sua esperienza personale: occuparsi di welfare nel territorio. Ci può raccontare una storia di successo?

Come detto in precedenza la nostra è stata una vera e propria scommessa: promuovere il welfare all’interno di micro e piccole imprese ed arrivare ad avere ad un riscontro così positivo non era affatto scontato.

Innanzitutto, perché spesso, soprattutto nella fase iniziale, si è incontrata un po’ di reticenza da parte dei lavoratori, ma dobbiamo riconoscere che una volta compresa in concreto l’importanza dell’opportunità a loro data, si è vinta la diffidenza.

Ad oggi, nel giro di 5 anni, sono stati attivati circa 200 piani welfare e il riscontro positivo più importante è che tutte le imprese che fin dal 2017 hanno fatto un piano welfare negli anni successivi lo hanno sempre riproposto.

Questo è un grande successo: quando il welfare entra in azienda e il datore di lavoro e i lavoratori ne capiscono le potenzialità, non si torna più indietro!

In primo piano

WelFare Insieme S.r.l.
Impresa Sociale

Viale Vittorio Veneto n. 16/a, 20124 – Milano | tel. +39 02 49710883 | P.IVA 10464170967

Logo footer di Confartigianato: Persone - WelFare Insieme
2022-04-11T16:59:36+02:00
Torna in cima