La ripresa passa per il Welfare Aziendale

30/03/2020

Emmanuele Massagli, presidente di Aiwa - WelFare Insieme

Niente sarà più come prima. Anche il Welfare Aziendale è destinato a cambiare, assumendo un ruolo sempre più importante nell’orizzonte della vita dei lavoratori. Ne è convinto Emmanuele Massagli, Presidente di Aiwa

 

“L’attività di prevenzione e di monitoraggio della salute dei dipendenti diventerà un elemento sempre più decisivo nell’orizzonte della vita dei lavoratori”: esordisce così Emmanuele Massagli, Presidente di Aiwa, in merito all’emergenza sanitaria e alle sue ripercussioni sul sistema del Secondo Welfare. “Purtroppo, dopo l’emergenza sanitaria il Paese farà i conti con una emergenza economica senza precedenti. Le parti sociali dovranno riflettere sulla struttura dei contratti collettivi e ogni settore dovrà trovare la propria strada per la ripresa. Non è da escludersi che si valuti di potenziare il welfare anche in temporanea sostituzione di soglie salariali troppo elevate, per pesare il meno possibile sul reddito delle famiglie”.

 

Per Massagli, anche il Welfare Aziendale è destinato a cambiare: “Gli strumenti di welfare aziendale possono diventare veicolo di politiche di incoraggiamento pubblico, per esempio nel comparto del turismo. Si tratterebbe di benefit pagati dall’impresa, ma totalmente defiscalizzati, in quanto perseguono un obiettivo di interesse pubblico” (la cornice normativa sarebbe la stessa dell’attuale lettera F dell’articolo 51 del Tuir).

 

“Il welfare aziendale che è nato occupazionale e contrattuale, è destinato a diventare sempre più “sociale”, cioè pubblico nelle sue finalità. Le risorse dovranno essere in grado di accendere un circolo virtuoso, dove il tanto invocato universalismo del welfare integrativo, possa essere sviluppato”. Da ultimo, una proposta: “Suggeriamo di poter trasferire i residui non goduti dei piani di welfare in azioni e interventi diversi. Perché non permettere ai singoli lavoratori di destinare la loro quota di welfare ancora disponibile a progetti solidaristici, realtà del terzo settore, ospedali? Bastano due righe di norma, che non costano nulla per lo Stato, ma portano allo Stato stesso grande vantaggio”.

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