WelFare: se lo conosci lo… Fai

05/02/2021

Il 100% di chi ha sottoscritto un piano non ne sapeva i vantaggi. Sono i dati del Progetto “RigenerArti”

Esiste un identikit del lavoratore e dell’imprenditore che sceglie di sposare il Welfare? Quali sono le ragioni che spingono alla scelta di un piano? Come incidono su tale scelta fattori come la tecnologia o, più recentemente, la pandemia?

Sono le interessanti premesse che hanno portato ad una analisi dei risultati del welfare erogato durante la prima annualità del progetto “RigenerArti”, che vede coinvolti le Associazioni Territoriali Lombarde e del Piemonte  Orientale aderenti a WelFare Insieme  (Brescia, Cremona, Como, Lecco, Mantova, Milano-Monza-Brianza e Novara).

La prima cosa che emerge dai numeri è che il welFare se lo conosci lo… Fai.

Chi ha sottoscritto un piano grazie al progetto “RigenerArti” non ne sapeva i vantaggi.

Dallo studio  più dettagliato sui dati emerge che la categoria di artigiani per la quale sono stati attivati più piani di welfare è quella del settore metalmeccanico (autoriparatori, impiantisti, meccanica di produzione, minuterie metalliche, installazioni).

Un dato influenzato anche dal fatto che diverse aziende artigiane applicano i CCNL Industria Metalmeccanica o CCNL Metalmeccanici PMI, che prevedono l’obbligo di erogazione di una quota da destinare in beni o servizi di welfare.

Oltre al settore metalmeccanico, il welfare aziendale si sta diffondendo, seppur in maniera non così strutturata, anche negli altri settori, grazie alla possibilità di avere soluzioni Tailor-made anche per MPMI, vero valore aggiunto del progetto RigenerArti, in particolare, si è potuto evincere come sono le aziende che mediamente hanno più di 4 dipendenti ad affidarsi al Welfare. Si tratta di realtà guidate principalmente da imprenditori giovani (under 50), e attenti alle esigenze dei loro lavoratori, con disponibilità di risorse da mettere in campo al fine di migliorare il clima aziendale.

La motivazione che li spinge è quella di voler premiare i propri dipendenti in maniera diversa da come già avveniva (ad esempio in busta paga), per cogliere la vera opportunità del welfare aziendale, sia in termini economici che in termini di miglior rendimento dei loro collaboratori.

Nonostante i risultati positivi raggiunti nella prima annualità, la diffusione della cultura del welfare nelle MPMI artigiane incontra ancora qualche ostilità influenzata fortemente anche dall’emergenza sanitaria attuale, sia per mancanza di risorse da destinare nonostante il desiderio, sia per la difficoltà nel fruire del credito a disposizione da parte dei lavoratori (es. sport e viaggi).  Per questa ragione, grazie anche al Partner TreCuori, si sono percorse soluzioni di semplificazioni per l’accesso ai fringe benefit, quali ad esempio i buoni elettronici.

In conclusione possiamo affermare che, all’ unanimità, gli artigiani che hanno fatto un piano di welfare non conoscevano la tematica e non ne avevano mai fatti prima. Significa che chi conosce il welfare lo sposa, e che quindi c’è ancora una grande platea di lavoratori e imprenditori da intercettare, con una efficace comunicazione a supporto.

Dai dati si registra inoltre un grande interesse degli artigiani a fungere da erogatori di servizio welfare, anche per ottenere i vantaggi dei buoni TreCuori. Una spinta che, attraverso nuovi piani sui territori, potrebbe veicolare al meglio le aspettative di vendita rispetto alle risorse introdotte sul territorio

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