Come cambia il Welfare per contrastare la Pandemia
19/02/2021
Le nuove priorità dei piani: meno svago, più assistenza e sanità
Il Covid ha rivoluzionato giocoforza le priorità degli italiani. Le chiusure di ristoranti, teatri e palestre hanno cambiato le nostre abitudini. Non fa eccezione il mondo del lavoro, tra nuove regole, presidi sanitari, home working.
Il welfare aziendale ha saputo adeguarsi al cambiamento, fornendo nuove risposte a nuove sfide, come quella sul vaccino.
È inevitabile che il paniere dei servizi di Welfare aziendale da cui attingevano i lavoratori per sé e le famiglie abbia subito con la pandemia una perdita di attrazione. Ormai da un anno sono fermi i servizi ricreativi come ludoteche e cinema, o i servizi sportivi come le palestre, i corsi di nuoto per i figli o i servizi legati all’apprendimento, come corsi di lingua e lezioni serali in presenza. Questo ha portato l’impresa ad aggiornare le prestazioni di utilità sociale: è cresciuta la domanda di servizi legati alle prestazioni sanitarie. Sono aumentate le richieste relative all’assistenza agli anziani e all’assistenza genitoriale per i figli minori, causata dalla chiusura delle scuole.
Su questo fronte sono stati stipulati, anche grazie alla mediazione e al coordinamento di WelFare Insieme, accordi aziendali che prevedessero forme di tutela, per i genitori che a causa dell’introduzione della didattica a distanza per i figli abbiano dovuto sospendere l’attività lavorativa o svolgerla in luoghi differenti.
Sono riconducibili al Welfare Aziendale anche alcune misure adottate dalle imprese contro la diffusione del contagio sui luoghi di lavoro. È cresciuta ad esempio la disponibilità di dispositivi di protezione individuale ma anche dei test gratuiti per accertare la positività al covid per sé e per il nucleo familiare, oltre ai servizi navetta per evitare ai dipendenti l’utilizzo del mezzo pubblico di trasporto.
In prospettiva futura, fari puntati sul vaccino. Anche su questo fronte il Welfare Aziendale non mancherà. È sempre stata prassi consolidata che nei periodi autunnali, durante la campagna vaccinale contro la comune influenza, le imprese potessero mettere a disposizione dei dipendenti la prenotazione dell’appuntamento per il vaccino in una struttura privata convenzionata. Oggi l’esigenza è quella del vaccino anti-covid19 e delle cure più avanzate con gli anticorpi monoclonali. È lungo questa direttrice che potranno muoversi le imprese: se anche il vaccino non dovesse imporsi come misura obbligatoria nei luoghi di lavoro, è prevedibile che in futuro i protocolli e gli accordi aziendali ne faranno una raccomandazione ai lavoratori. Pertanto il finanziamento del costo della vaccinazione o delle cure, per i lavoratori e i loro familiari, potrebbero costituire una nuova forma di Welfare, e un’arma in più per prevenire la diffusione del Covid nei luoghi di lavoro.
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