Benessere e contrattazione, Welfare sempre più protagonista
04/03/2021
Salario sì, ma anche qualità della vita: una rivoluzione culturale e sociale sostenuta da WelFare Insieme
Il Welfare sta portando una piccola, grande rivoluzione culturale e sociale: il patto sul lavoro cambia e punta sulla qualità della vita. Dal tradizionale scambio lavoro-salario si fa strada un nuovo modello, basato sull’asse lavoro-benessere. Un risultato che WelFare Insieme insegue da sempre, considerando il welfare un valore sociale, collettivo, che va ben oltre il riconoscimento di fringe benefits o di altri vantaggi materiali.
Benessere infatti non significa solo salario, ma tutti quei nuovi bisogni dei dipendenti attinenti al concetto più ampio e immateriale, come la qualità della vita più in generale, che coinvolge anche i familiari e la comunità. Si pensi al tema centrale dei servizi alla persona, alla conciliazione dei tempi di vita-lavoro, ai flexible benefit, ai servizi alla famiglia e alla sostenibilità.
In tutti questi ambiti, che invero l’emergenza Covid ha reso ancor più stringenti e attuali, il Welfare aziendale gioca un ruolo integrativo di straordinario valore, che impatta in termini vantaggiosi anche sul costo del lavoro e delle politiche di Welfare dello Stato.
Va da sé che anche le relazioni industriali stiano cambiando pelle: la contrattazione tra le parti sociali, ai vari livelli, prevede sempre più spesso una componente di benessere sotto forma di Welfare aziendale inteso in senso lato. E’ la conferma di un concetto su cui WelFare Insieme punta con determinazione: il ruolo strategico che le parti sociali oggi hanno nello sviluppo del welfare italiano.
Un ruolo propulsore in questa direzione l’ha fornito il Governo nelle leggi di bilancio del 2016 – 2017, che hanno introdotto un’importante evoluzione della norma (ferma a fine anni ’80). La riforma ha ampliato il paniere di servizi, adeguandolo alle nuove esigenze, e ha incentivato il Welfare come strumento nell’alveo della contrattazione sindacale, prevedendo specifiche agevolazioni fiscali solo in questo ambito. Il Legislatore ha voluto così lanciare un segnale preciso: il Welfare aziendale deve divenire uno strumento rilevante nelle nuove relazioni industriali.
A distanza di pochi anni, anche grazie al lavoro di WelFare Insieme, la crescita della contrattazione della componente benessere è evidente. Un esempio è dato dal rinnovo del contratto dei metalmeccanici del 2017, che ha introdotto per la prima volta nel nostro sistema una quota obbligatoria di Welfare aziendale, confermata anche nel recente rinnovo triennale 2021-2024. Un modello che ha ispirato anche i rinnovi contrattuali in altri settori produttivi. Ed è solo l’inizio.
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