Legge di Bilancio 2021: Bonus mobilità e Fringe benefit, la partita è aperta

10/01/2021

Il 2021 sarà l’anno del Welfare Aziendale. Ne sono convinti operatori e professionisti di un settore che ha rappresentato nell’anno appena concluso un frangiflutti contro la crisi economica e sociale portata dal Covid19. Un ruolo già assolto durante la crisi economica del 2008.

Sarà l’anno del Welfare, aspettando anche un segnale forte dalla politica, in questa direzione. Un segnale che non è ancora arrivato: la Legge di bilancio 2021 è stata approvata senza due provvedimenti relativi al welfare: bonus mobilità dei dipendenti e aumento del tetto dell’esenzione fiscale dei fringe benefit (deciso come misura straordinaria ad agosto 2020) da 258,23 euro a 516,46 euro. La partita però è ancora aperta, visto il valore e le potenzialità di impatto sulla mobilità e sul sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti e a tutto il sistema economico.

L’andamento positivo o negativo del welfare non dipende, è giusto dirlo, dalla legge o dalla politica. Il welfare aziendale è una delle più compiute evoluzioni nel cambiamento della natura dei rapporti di lavoro dagli anni Novanta in poi. Lo ha confermato recentemente anche il presidente di Aiwa, Emmanuele Massagli, in una intervista a Fortune Italia. “La regolazione moderna nasce dalla straordinaria funzione assunta dal welfare aziendale nella gestione delle persone in azienda dalla crisi del 2008 in poi. Come allora, anche in questa crisi il welfare aziendale è cresciuto. Non ancora del tutto come numeri forse, ma come maturità e centralità nel rapporto tra dipendenti e imprese certamente. La seconda dimensione è quella della politica, che ancora non ha capito questo istituto e continua a mancare occasioni per liberarne l’enorme potenziale di crescita”.

Insomma la politica può lanciare un assist decisivo verso un istituto così importante per famiglie e imprese. Intanto il welfare aziendale evolve e diventa sempre più sociale. È proprio questa natura comunitaria del welfare aziendale che “deve essere compresa e valorizzata dal Legislatore – conferma Massagli – quel che occorre sono politici che ne comprendano funzioni e finalità, parlando con le aziende, i consulenti del lavoro, i sindacati, i provider. Basta un serio dialogo con la realtà per comprendere gli spazi di miglioramento del welfare aziendale”.

Bonus Mobilità e  aumento tetto dell’esenzione fiscale dei fringe benefit restano comunque obiettivi da conquistare. Per quel che riguarda il welfare della mobilità, la proposta prevede un ampliamento dell’agevolazione fiscale delle somme destinate non solo agli abbonamenti ai mezzi pubblici regionali o interregionali ma anche “per l’acquisto, il noleggio e la fruizione condivisa in sharing di mezzi di trasporto quali auto, moto scooter, e-bike in servizi aziendali (corporate sharing), dal dipendete e dai familiari per una somma complessiva e non superiore a 1.000 euro”. In sostanza, si tratta di un incentivo alla mobilità green nell’ambito del welfare aziendale, dando impulso ad una mobilità sostenibile, considerata da più parti sempre più importante, facendo leva anche sul coinvolgimento delle aziende e dei lavoratori tramite l’incentivo previsto nell’ambito del welfare aziendale”.

La proposta del raddoppio del plafond di esenzione fiscale dei fringe benefit, oggi a 516,46 euro sarà valido per il solo 2020. Nel 2021 si torna a 258 euro. La proroga di questo intervento sarebbe invece importante. Gli impatti di un simile provvedimento sono altamente vantaggiosi sia come forma di sostegno al reddito dei lavoratori che come incentivo alla ripresa dei consumi interni, oltre a costituire un vantaggio fiscale per le imprese.

Non solo, l’auspicio è che una simile riforma diventi strutturale, nella logica di cooperazione e integrazione tra il welfare statale e il welfare aziendale in una prospettiva comune.

Anche sul fronte sindacale la valutazione generale sull’estensione a regime dell’innalzamento del tetto dei fringe benefit a 516,46 euro è positiva. “Siamo favorevoli come Cisl – ha dichiarato recentemente Andrea Cuccello, segretario confederale della Cisl nazionale –  dobbiamo incentivare il più possibile l’utilizzo delle risorse come queste verso i servizi alla persona e verso i reali bisogni dei lavoratori e delle rispettive famiglie. Penso all’esigenze di assistenza ai genitori anziani e non autosufficienti, al lavoro delle donne e quindi ai servizi di baby sitting e di assistenza domestica, all’integrazione delle cure sanitarie e alla tutela della salute che la crisi pandemica ha reso ancora più evidenti, e cosi via”.

L’esigenza posta dai due provvedimenti in questione rimane di grande attualità e ampia condivisione: è facile prevedere che sia la questione dell’innalzamento dei fringe benefit che del welfare della mobilità saranno comunque al centro di possibili riforme, già ad inizio 2021.

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