Il welfare aziendale piace, ma serve più informazione

31/01/2020

Team che ragiona su indagine di mercato - WelFare Insieme

Uno studio realizzato da Nomisma mostra che il 70% di chi usufruisce dei servizi offerti dall’azienda li valuta positivamente. Ma a usufruirne sono solo il 55%.

MILANO – Che cosa pensano i lavoratori che hanno la possibilità di usufruirne del welfare aziendale? La ricerca condotta da Nomisma su un campione di 1.822 lavoratori tra impiegati (49%), operai (45%) e quadri (6%) e presentata pochi giorni fa a Milano mostra che il 45% dei lavoratori dichiara di essere stato informato solo a grandi linee e solo il 9% per nulla riguardo alle iniziative definite negli accordi aziendali che avevano l’obiettivo di incrementare il benessere del lavoratore e della sua famiglia. I meno informati sono gli operai (28% la percentuale di quanti dichiarano di non conoscere il tema del welfare aziendale).

A usare maggiormente i servizi di welfare sono soprattutto le donne (61%) e le famiglie con figli (59%). A spingere i lavoratori a non fruire dei benefit sono l’incapacità di intercettare i bisogni dei lavoratori (39%) e a seguire la scelta di ricevere una somma in denaro – anche se soggetta a una tassazione più elevata. Il paniere dei servizi definiti dagli accordi è molto ampio ma quelli che intercettano il maggior grado di soddisfazione da parte dei lavoratori sono: mobilità casa-lavoro, mutui e prestiti oltre che educazione e istruzione. Tra i più diffusi sono invece i fringe benefit (28%), educazione e istruzione (25%), previdenza assicurativa (21%) e assistenza sanitaria (20%).

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