Sostenere un nuovo modo di essere padri: il progetto europeo 4E-PARENT

19/05/2023

Promuovere le cure paterne fin dalla gravidanza ha conseguenze positive sullo sviluppo infantile e sul benessere di mamme e papà. Un progetto europeo cerca di favorire il coinvolgimento dei padri attraverso la formazione degli operatori, il sostegno agli uomini e con diverse azioni di advocacy per migliorare le politiche di conciliazione in Italia. 

Con un evento presso l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) il 27 gennaio 2023 ha preso avvio il progetto europeo 4E-PARENT – Essere padri, prendersi cura. Le quattro “E” riepilogano i presupposti del progetto declinando il termine Parent (genitore): Early (presto) per la partecipazione del padre presto, fin dalla gravidanza; Equal (pari) a indicare un approccio paritario, di un genitore che condivide la cura; Engaged (impregnato)che richiama la partecipazione attiva/coinvolta; Empathetic (empatico) per la valenza empatica, accudente e responsiva.

Il progetto , evoluzione di un precedente -PARENT-, vede l’Istituto Superiore di Sanità in qualità di capofila e la partecipazione di diversi partner: il Centro per la salute del bambino, l’associazione il Cerchio degli Uomini di Torino, l’agenzia di editoria scientifica Zadig, la società di consulenza Deep Blue, la Rete degli uomini Maschile Plurale e, infine, la rete per lo sviluppo delle bambine e dei bambini International Step by step Association. Inoltre, può contare sul supporto del Comitato Italiano per l’UNICEF, dell’Associazione culturale pediatri e dell’Istituto Ricerca Intervento Salute.

Obiettivo del progetto è promuovere il benessere dei bambini ma anche degli stessi padri, con lo scopo di incentivare la parità di genere e il contrasto alla violenza verso le donne, incoraggiando fin dalla gravidanza l’impegno dei padri nelle cure familiari e domestiche.

Precedenti studi hanno individuato come prima e più immediata “porta di accesso” per lo sviluppo di attitudini e pratiche di cura al maschile proprio l’essere padri, purché l’esperienza della paternità sia affrontata in un’ottica di parità di genere, benessere della madre e attenzione ai bisogni del bambino.

In tutta Europa e anche in Italia, la paternità si sta evolvendo e si sta muovendo verso un modello accudente sia perché stanno cambiando i padri, sia perché sta mutando la società, sia perché sono diverse le aspettative anche delle donne. Si tratta, però, di un cambiamento lento e frammentario che, in Italia soprattutto, si scontra con stereotipi sui ruoli di genere nella cura (si veda l’abuso del termine “mammo”), con il modello del male breadwinner (uomo procacciatore di reddito), con ambienti di lavoro e un welfare state che ancora faticano a fare spazio alla paternità .

A partire da queste consapevolezze i due progetti PARENT hanno fatto proprio l’approccio integrale e multidimensionale alla paternità di MenCare che vede il coinvolgimento del padre fin dall’inizio come necessario per ragioni diverse2:

  • per lo sviluppo sano ed equilibrato del/la bambino/a, configurando come un diritto la presenza accudente e responsiva di ambedue i genitori, soprattutto nella critica fase dei “Primi Mille Giorni”;
  • per l’eguaglianza di genere, attraverso la piena condivisione della cura e del lavoro domestico, senza la quale le pari opportunità nella vita familiare, sociale e nel lavoro non sono possibili;
  • per diminuire il rischio della violenza domestica, sia verso le donne che verso i bambini, contribuendo a sviluppare le cosiddette mascolinità accudenti;
  • perché anche gli uomini hanno il diritto-dovere di esercitare appieno e fin dall’inizio – in termini di vicinanza sia fisica che affettiva – il loro ruolo di genitore e di mettere in atto pratiche di cura.

Il progetto 4E-PARENT si propone quindi di portare su larga scala e mettere a sistema le lezioni apprese e i risultati della precedente edizione PARENT.

Per la sostenibilità delle azioni di promozione della paternità accudente e della condivisione della cura, 4E-PARENT ha una componente importante dedicata al cambiamento delle politiche riguardanti la conciliazione sia a livello pubblico che aziendale. Riguardo a quest’ultimo aspetto si prevede di lavorare – anche con alcune aziende (ad esempio con focus group di dipendenti e manager/personale HR) – con l’obiettivo di sviluppare in modo partecipativo e collaborativo un piano di azioni per la genitorialità e per raccogliere dati sul ricorso da parte di uomini e donne alle misure di conciliazione quali congedi, part-time, orari di lavoro flessibili.

Sul fronte delle politiche pubbliche alcuni passi sono stati certamente fatti in questi anni a partire dall’apertura del congedo parentale anche ai padri, con la legge 53/2000, e con l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio nel 2012 (congedo che oggi ha una durata di 10 giorni). Questo congedo in particolare è importante perché ha introdotto l’idea del diritto-dovere autonomo dei padri ad esercitare la cura. Tuttavia, pur essendo questi congedi teoricamente obbligatori e retribuiti al 100%  si stima che vengono usati da poco più di un terzo dei padri aventi diritto (nel 2021, hanno rappresentato il 21% di coloro che hanno usufruito dei congedi parentali). 4E-PARENT rilancerà l’obiettivo di arrivare progressivamente anche in Italia all’introduzione di congedi parentali – che sarebbe più opportuno chiamare “genitoriali” – adeguati e ben retribuiti per padri e madri da usare nei primi anni di vita del bambino/a. Al tempo stesso lavorerà per promuovere il migliore utilizzo delle misure già esistenti come, ad esempio, l’uso del congedo obbligatorio di paternità al 100% e nel periodo prossimo alla nascita e l’incremento dell’utilizzo dei congedi parentali da parte dei padri.

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