Piemonte Orientale: Welfare, “una risorsa in più per lavoratori e famiglie”

08/10/2021

Intervista ai Welfare Specialist Romina Castoldi e Renzo Fiammetti di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale.

Prosegue il viaggio di WelFare Insieme volto a conoscere i professionisti che ogni giorno rispondono alle esigenze di imprenditori, dipendenti e famiglie. Esperti che conoscono leggi, diritti ed opportunità, capaci di soddisfare le richieste dei lavoratori e delle persone, nella consapevolezza che un piano di Welfare Aziendale può fare la differenza, con vantaggi economici e fiscali per tutta la comunità.

Abbiamo chiesto a Romina Castoldi e Renzo Fiammetti di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale una riflessione sull’evoluzione della cultura del welfare e sui servizi offerti in maniera peculiare dall’associazione che rappresentano sul territorio.

Qual è secondo Voi il valore assoluto del Welfare, e quali i suoi vantaggi come strumento volto al sostegno e al benessere di imprese, famiglie e comunità?

“Il welfare è uno strumento importante, mette più risorse in tasca alle persone per le loro spese legate alla famiglia, ai valori ma anche al tempo libero. Sostanzialmente è un vero aiuto alle persone per essere ciò che sono”.

Quali sono a Vostro avviso le sfide del Welfare, oggi, di fronte ai cambiamenti portati dal Covid, specie per le piccole e medie imprese?

“La sfida è epocale: un nuovo modello di relazioni, un nuovo modo di vivere e organizzare la propria esistenza. Bisogna però andare incontro alle esigenze specifiche di ciascun lavoratore, specialmente nelle piccole aziende dove il datore di lavoro conosce le singole realtà dei suoi collaboratori”.

In base alla vostra esperienza, quale esempio virtuoso di miglior utilizzo dei servizi di welfare aziendale avete applicato e vi sentite di descriverci?
Non un esempio in particolare ma un ambito di utilizzo e di apprezzamento maggiore del welfare per i lavoratori che hanno figli. Le spese per la famiglia sono sempre quelle più apprezzate e le aziende che vogliono destinare risorse maggiori ai lavoratori con figli riscuotono maggior successo”.

Welfare e futuro, verso il Welfare di Comunità: quali nuove prospettive, normative e opportunità potete anticipare?

“Qui la vera sfida: non fare del welfare solo una opportunità importante di reperire e impiegare risorse ma saperla trasformare in una opportunità per una migliore vita e la qualità della vita stessa a livello di comunità. Passare dalla persona e dal suo nucleo familiare alla persona in relazione aperta, ovvero alla comunità. Per una solidarietà a km 0, alimentata e animata dalle persone”.

Il salto di qualità: come diffondere su larga scala la “cultura” del Welfare Aziendale?

“Dici bene: cultura. Sicuramente non burocrazia, cioè non solo un modulo da compilare e un bonifico da ricevere, se possiamo banalizzare. Questa è la nostra sfida quotidiana: occorre alimentare questa cultura, questa nuova visione, questo nuovo contenuto. Bisogna creare una vera e propria cultura di Welfare sia per le aziende che per i lavoratori, deve diventare parte integrante della retribuzione a tutti gli effetti”.

La vostra esperienza personale: occuparsi di Welfare nel territorio. Progetti realizzati, servizi offerti, aneddoti, sogni nel cassetto?

“Ricordiamo qui solo lo stupore, dell’imprenditore e del dipendente: “Ma davvero si può fare? Davvero posso pagare l’asilo di mia figlia?”. Ecco, un vero salto di paradigma, una nuova, più moderna e matura, idea di remunerazione che tiene conto dei veri bisogni delle persone”.

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