Master per il Welfare del futuro: il Project work di Anna Martignago
15/09/2021
In questo articolo vi proponiamo i punti di approfondimento sostenuti dalla Dr.ssa Anna Martignago, Responsabile Area Welfare e Relazioni Organizzative di Welfare Insieme, nella tesi di laurea presentata al Master in management del Welfare organizzato da Ca Foscari Challenge School.
In particolare, la Dr.ssa Martignago ha puntato l’attenzione sul Welfare integrativo nel sistema Confartigianato, alla luce di un approccio “territoriale” volto a valorizzare soluzioni aziendali.
L’impresa artigiana – spiega la Martignago nel suo focus – è uno degli attori sociali che più hanno influenzato lo sviluppo urbano, sociale ed economico delle città. In Italia numerose ricerche enfatizzano come la sinergia tra commercio (soprattutto quello “di prossimità” o “di vicinato”) e centri storici continui ad essere uno dei fattori più generativi dello sviluppo socio-economico e dell’identità dei territori, alimentando il dibattito sui nuovi paradigmi economici. In questa cornice di senso, la valorizzazione del capitale umano e relazionale, in particolare delle MPMI, rappresenta una delle leve strategiche per la rigenerazione delle comunità.
Il Project Work della Dr.ssa Martignago esamina in particolare l’offerta di prestazioni di welfare rivolte ai dipendenti delle aziende artigiane di origine unilaterale e bilaterale, indagandone caratteristiche e livelli di copertura, in linea con l’approccio analitico del “secondo welfare.”
lI comparto artigiano, per le sue caratteristiche intrinseche, ha da sempre affidato alla bilateralità la promozione di forme di welfare integrativo: alla luce di questa storia, si sono volute indagare le motivazioni che hanno portato la Federazione Confartigianato a costituire una Società specializzata in materia di Welfare cui affidare la definizione e l’operatività del proprio agire in materia, insieme con le ipotesi di sviluppo future, alla luce dello scenario post-pandemico.
Ad oggi il welfare, nella contrattazione aziendale dell’impresa artigiana, pare assolvere per lo più a funzioni redistributive/concessive a discapito della dimensione più strettamente “sociale”, quanto meno in sede di prima applicazione.
Per ovviare a questa possibile deriva “consumistica”, la Federazione Confartigianato ha esplicitamente intrapreso un percorso educativo che guidi la contrattazione nazionale e di secondo livello verso la costruzione di vere e proprie politiche di welfare aziendale e territoriale differenziate, costruite attorno ai bisogni dei dipendenti, delle loro famiglie e del tessuto imprenditoriale.
Lo studio della Dr.ssa Martignago ha permesso di focalizzare un punto: in un’ottica di valorizzazione e non dispersione delle risorse in campo diviene sempre più urgente un’analisi e un confronto con le parti sociali coinvolte, atte a porre in luce possibili interferenze negli ambiti di intervento, che hanno la logica conseguenza non solo di indebolire, o quanto meno rendere frammentate e confuse, le soluzioni adottate dall’azienda a favore dei dipendenti, ma anche una dispersione di risorse; si pensi, ad esempio, alle coperture sanitarie così come ai sussidi per l’assistenza a familiari non autosufficienti, per il sostegno all’educazione e istruzione dei figli. Analisi e valutazioni che andrebbero effettuate, oltre che sui criteri di qualità e fruibilità delle soluzioni in essere, anche alla luce della massimizzazione del favor fiscale previsto dalla normativa in materia di welfare nonché dell’impatto economico e sociale nei territori. Attualmente appare ancora debole il dialogo tra le soluzioni “interne” all’azienda e quelle diffuse “all’esterno.”
Dall’analisi effettuata dalla Dr.ssa Martignago, emerge chiaramente che le esperienze avviate dai singoli territori sono ancora in fase embrionale; ne consegue, pertanto, l’impossibilità d’effettuare un’analisi approfondita in grado non solo di ricostruire i processi, ma anche i loro esiti ed impatti a medio e lungo termine. È proprio in questo margine di operatività, volto alla creazione di un welfare comunitario, che si distingue il tratto peculiare dell’impresa sociale WelFare Insieme voluta dalla Federazione Confartigianato: un’innovazione sociale di prodotto e di processo, in grado d’innescare un cambiamento culturale e organizzativo capace di far comprendere come il welfare aziendale non sia un “di meno” o “altro” del welfare pubblico, e che solo attraverso una complementarietà delle infrastrutture strategiche ed allo sviluppo territoriale è possibile creare un valore condiviso che configuri il territorio in una dimensione unitaria.
Possiamo infine affermare che, la parola chiave di quest’analisi è “territorio”: uno spazio di pianificazione in cui le parti sociali hanno un ruolo da protagonisti, potendo fungere da leva per lo sviluppo locale inteso come sviluppo dei “luoghi di vita” in una accezione che non si limita a considerare solo l’ambiente produttivo ma il contesto sociale complessivo. Un ambiente sociale in cui l’iniziativa economica riesce a crescere grazie alle risorse presenti, sia in termini di risorse umane, nonché di rapporto di scambio tra sistema delle imprese ed il territorio verso una maggiore sinergia che accresca logiche cooperative, visioni condivise e opportunità di reciproco sviluppo.
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